6 maggio 2023 Spazio Kairos Torino – Stagione Approdi
17-19 febbraio 2023 Spazio Kairos Torino – Stagione Approdi – Progetto Barriera Corallina vincitore del bando REACT della città di Torino
22 dicembre 2022 #studio6 c/o Spazio Kairos Torino
26-27 novembre 2022 #studio5 c/o Spazio Kairos Torino
19-20 novembre 2022 #studio4 c/o Sala Punt&Mes Torino
5-6 novembre 2022 #studio3 c/o Unione Culturale Franco Antonicelli Torino
21 ottobre 2022 #studio2 c/o Barrito Torino all’interno della rassegna “Scorribande metropolitane” vincitrice del “Bando Periferie”
5-9 aprile 2022 #studio1 c/o Teatro Baretti accompagnato dal film “Quo Vadis, Aida? “di Jasmila Zbanic

 

FUGA DA SARAJEVO

Ideazione e testo: Monica Luccisano
Interpreti e regia collettiva: Camilla Bassetti, Serena Bavo, Chiara Bosco, Luana Doni, Silvia Mercuriati, Stefania Rosso, Lia Tomatis, coordinate da Monica Luccisano
Disegno luci: Cristiano Falcomer
Artigiano di scena: Fabio Palazzolo
Consulenza storica: Diego Acampora – TOjeTO

 

Coproduzione: Doppeltraum Teatro, Liberipensatori Paul Valéry, Onda Larsen, Progetto Zoran, Tékhné

Progetto di formazione sostenuto da Consiglio Regionale del Piemonte Comitato Resistenza e Costituzione; spettacolo prodotto con il contributo di Città di Torino, TAP Torino Arti Performative; il progetto è sostenuto con i fondi dell’Otto per mille della Chiesa Valdese 2022.

1992-1996 Guerra in Bosnia-Erzegovina e assedio di Sarajevo, il più lungo assedio nella storia bellica della fine del Ventesimo secolo (aprile 1992-febbraio 1996). Le guerre nella ex Jugoslavia, connotate da un senso di barbarie e distruzione fratricida, accaddero nel cuore dell’Europa. Quel conflitto, nella folle “logica della pulizia etnica”, appartiene inderogabilmente alla storia dell’Europa. La stessa Europa dove oggi assistiamo, increduli, a una nuova guerra. È nostra responsabilità rievocare la memoria, e attraverso la rielaborazione performativa farcene carico.

Quella feroce esplosione di violenza entrava a gamba tesa nella vita di Irina Dobnik, allora poco più che ventenne, giovane attrice del Kamerni Teatar ’55 di Sarajevo. Nel 1992, mentre la città era sotto assedio, il Kamerni intraprendeva una “resistenza culturale all’aggressione e alla barbarie” mettendo in scena spettacoli, concerti, prove aperte e performance di vario genere che esprimevano la voglia di vita di attrici e attori, e di quei cittadini che continuavano a frequentare quel piccolo teatro, anche sotto le bombe, anche percorrendo le strade sotto il tiro dei cecchini…

Irina e la sua compagnia teatrale in quel periodo stavano allestendo “Aspettando Godot”. Le prove si svolgevano alla luce delle candele portate da quei pochi spettatori che avevano sfidato il pericolo, pur di andare a prendersi una boccata di vita, in un piccolo teatro. La lavorazione dello spettacolo, di cui Goran curava anche la regia, diventava sempre più intensa; in una sorta di osmosi tra realtà e finzione, il lavoro su quel testo andava intrecciando la tensione, la paura, l’angoscia di quei giorni e il senso di attesa che qualcosa, o qualcuno, mettesse fine a quell’incubo.

La drammaturgia racconta parallelamente i due mondi: quello della guerra e quello delle prove. Ma quei due mondi, la città di Sarajevo assediata con i suoi morti, i suoi feriti e la sua disperazione, e il mondo di “Aspettando Godot” si mescolano sempre di più, come vasi comunicanti. All’incrocio, scorre la vita di Irina e delle sue compagne “sorelle” con le quali si stringe sempre di più nel teatro diventato rifugio, la sua storia d’amore con Goran, e il suo amore per Sarajevo. Come moltissimi altri, Irina sarà costretta alla fuga.

 IG: fugadasarajevo